Come funziona il ROV subacqueo
Un prezioso alleato dei biologi nelle azioni di LIFE Pinna, e in particolare nelle ricerche e nei monitoraggi degli individui di Pinna nobilis, è il ROV (remotely operated vehicle, sottomarino a comando remoto).

Questo robot subacqueo, che è stato acquistato per il progetto dal capofila Arpal, è un piccolo sommergibile con sei eliche che gli permettono gli spostamenti nella colonna d’acqua ed è dotato di luci a led e videocamera che consente di fare riprese ad alta risoluzione e scattare foto in sequenza, georeferenziandole rispetto al fondale così da tenere traccia dei percorsi (e di eventuali punti “importanti”) e ripeterli a distanza di tempo.

Attraverso una cloche di comando simile a un joystick, si utilizza dall’imbarcazione da cui viene messo in acqua, cui resta collegato tramite un cavo di trazione lungo fino a 300 metri che, oltre a trasmettere i comandi, in caso di emergenza ne permette il recupero.

Caratteristiche
- Possibilità di movimento lungo 3 assi: avanti/indietro, su e giù, rotazione di 260°.
- Profondità massima: 300 metri.
- Alimentazione a batteria, illuminatori a led.
- È dotato di pinza per i campionamenti.
- È debolmente positivo, quindi torna a galla da solo lentamente.
- Cavi in dotazione: uno da 100 e uno da 300 metri.
- Sistema di posizionamento: il sistema del Rov comunica tramite impulsi acustici con un apparato calato dal mezzo di superficie e permette di conoscere sempre la posizione del robot, con un margine di errore di pochi centimetri.

Utilizzi
Tra gli utilizzi più importanti nell’ambito del progetto LIFE Pinna c’è il monitoraggio costante nel tempo dei bivalvi trapiantati, per esempio a nell’Area Marina Protetta di Capo Mortola, per verificare il loro stato di salute.
I biologi del Centro del Mare di Arpal lo possono utilizzare anche per il monitoraggio delle praterie di Posidonia oceanica, in particolare in prossimità del loro limite inferiore che si trova comunemente a 40 metri di profondità, dove i subacquei hanno poca autonomia di tempo per le ricognizioni.
Più generale, con un ROV si può implementare la fotogrammetria subacquea, l’equivalente sottomarino della mappatura del territorio fatto con i droni. Grazie ai dati acquisiti dal ROV e alla loro rielaborazione tramite appositi software, infatti, si ottiene un’accurata ricostruzione 3D dei fondali.

Credit: Centro del Mare/ARPAL