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Dall’acquario alla posidonia

Dal laboratorio di Camogli a una secca nell’Area di Tutela Marina di Capo Mortola, in provincia di Imperia. È il viaggio che nei giorni scorsi, grazie ai ricercatori dell’Università di Genova e di Shoreline, hanno compiuto i sei individui di Pinna nobilis che da alcuni mesi erano allevati nelle vasche dei biologi nel tentativo di avviare la riproduzione in cattività. Dopo le analisi molecolari condotte dall’Università di Sassari e previste dal protocollo di LIFE Pinna, indagini che hanno escluso la presenza nelle Pinne di organismi patogeni potenzialmente pericolosi, in particolare il protozoo Haplosporidium pinnae, è arrivato il via libera per il traspianto dei sei esemplari che è stato condotto in condizioni di buona visibilità all’interno di una prateria di Posidonia oceanica, ovvero nell’habitat ideale del più grande mollusco bivalve del Mediterraneo. I ricercatori hanno provveduto a proteggere le Pinne con delle gabbie che avranno la doppia funzione di facilitare il ritrovamento degli esemplari nei successivi monitoraggi e fornire loro riparo da eventuali ancoraggi. Nelle prossime settimane cominceranno i monitoraggi periodici.

 Credito foto: Saul Ciriaco – Shoreline