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Un ROV nell’area pilota

Grande fermento nell’area pilota di Capo Mortola (IM), dove a fine maggio i ricercatori di Arpal, Shoreline e Università di Genova, si sono immersi e hanno provveduto a spostare in una secca a una profondità maggiore, e quindi meno esposta alle variazioni del moto ondoso di superficie, l’individuo di Pinna nobilis che era scampato alle violente mareggiate dei mesi scorsi (leggi qui la notizia). L’individuo è stato posizionato in una “pozza” in mezzo alla Posidonia e successivamente protetto con una gabbia metallica.

Per la prima volta, per agevolare il lavoro dei ricercatori è stato utilizzato anche un ROV (remotely operated vehicle), strumento all’avanguardia per l’esplorazione dei fondali, acquistato da Arpal e molto utile per le attività del progetto. Pilotato dalla barca, il robot ha prima eseguito una prospezione preliminare e poi ha accompagnato i subacquei nelle operazioni (prossimamente dedicheremo un approfondimento per spiegare come funziona e come viene utilizzato il ROV). Contestualmente all’azione di spostamento, in previsione dei prossimi traspianti i ricercatori hanno anche cominciato una sperimentazione per valutare l’impatto della forza del mare sulle valve del mollusco. Hanno, infatti, posizionato a distanze predefinite diversi individui morti lungo un transetto che partiva da un’area vorticosa e terminava in una zona molto più calma. In questo modo i ricercatori potranno capire che livello di idrodinamismo possono “sopportare” le valve degli animali che non hanno ancora sviluppato il bisso, come quelli che saranno prossimamente traspiantati a Capo Mortola.

Credito foto: Arpal, Shoreline