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Effettuato il primo trapianto di pinne nel Mar Ligure

Nei giorni scorsi è stata realizzata una delle azioni più importanti dall’inizio del progetto europeo. Alla conclusione di un complesso iter burocratico, infatti, la Regione Liguria ha rilasciato ai ricercatori di Life Pinna l’autorizzazione per eseguire il trapianto in mare degli individui di Pinna nobilis che negli ultimi mesi sono stati allevati negli acquari dei laboratori. Il 14 dicembre nelle acque protette di Capo Mortola, in prossimità del confine con la Francia, si è quindi svolta con successo l’operazione di messa a dimora di quattro individui provenienti dal laboratorio di Camogli, dove erano mantenuti già da qualche mese dopo essere stati prelevati nella Laguna Veneta. “Il nostro desiderio era rimetterle in mare per consentire loro di sperimentare quanto prima le condizioni naturali necessarie per il loro benessere e per la maturazione sessuale. Ci serviva, però, la conferma dai colleghi dell’Università di Sassari, che hanno ripetutamente eseguito le analisi genetiche su eventuali patogeni, che gli esemplari fossero negativi”, ha spiegato Mariachiara Chiantore, docente presso il DiSTAV dell’Università di Genova.

Per ottenere l’autorizzazione al trapianto è intervenuto il partner capofila di LIFE Pinna, Arpal. “Il nostro trapianto è un ripopolamento di una specie autoctona all’interno di un sito della rete Natura 2000”, chiarisce la responsabile Daniela Caracciolo. “Per questo la Regione ci ha richiesto uno screening d’incidenza, ovvero una valutazione degli effetti che questo intervento può avere sulle altre specie e sugli habitat di interesse conservazionistico. L’elaborato è stato realizzato con i colleghi del Centro del Mare di Arpal, chiedendo un parere all’ente gestore dell’Area Marina Protetta di Capo Mortola. Ottenute le altre autorizzazioni, compresa l’ultima rilasciata da ISPRA, abbiamo potuto procedere con il trapianto delle pinne”, ha concluso la responsabile. Le operazioni si sono svolte in condizioni meteomarine accettabili. I ricercatori del Centro del Mare di Arpal, dell’Università di Genova e di Shoreline, con il coordinamento di questi ultimi, si sono immersi per trapiantare sui fondali le pinne in specifiche aree idonee, già identificate con precedenti sopralluoghi. Su ogni individuo è stata anche posizionata una speciale griglia metallica per proteggerlo da possibili danni meccanici e da oggetti trasportati dalla corrente. Nelle prossime settimane cominceranno i periodici monitoraggi per controllare lo stato di salute dei bivalvi.