Un giorno importante per LIFE PINNA
A inizio giugno, i ricercatori di Shoreline, grazie alla segnalazione e all’aiuto di alcuni colleghi di Laguna Project e CNR ISMAR Venezia, avevano effettuato una ricognizione in barca nella Laguna Veneta in corrispondenza di una vecchia mitilicoltura abbandonata, dove avevano verificato la presenza di un abbondante popolamento di Pinna nobilis in buono stato di salute.
Era un’occasione da non perdere per compiere un passo importante nello sviluppo dell’intero progetto.
Lunedì 19 giugno, infatti, i ricercatori sono tornati sul posto e con grande prudenza hanno *raccolto 11 esemplari che avevano almeno 2 anni di vita (quindi lunghi almeno 20-25 centimetri e già sessualmente maturi) per poi trasferirli, a bordo di un furgone refrigerato, al laboratorio del CNR-IBF di Camogli, affidandoli alle cure dei ricercatori dell’Università di Genova che gestiscono gli stabulari. È stata dunque una giornata importante anche perché, tecnicamente parlando, questa operazione rappresenta una “milestone”, ovvero una pietra miliare del progetto.
*Il progetto LIFE PINNA ha potuto svolgere l’azione di prelievo in virtù dell’autorizzazione ricevuta dal Ministero competente.
Prima di trasferirle nelle loro vasche, i ricercatori dell’Università di Genova hanno progressivamente aggiunto acqua di mare “ligure” ai contenitori delle Pinne provenienti dall’Adriatico, in modo da farle acclimatare e abituare alle nuove condizioni di temperatura e salinità.
In attesa che nei prossimi mesi sulle pinne della Laguna Veneta vengano compiute le analisi per verificare sia l’assenza di microrganismi pericolosi sia la compatibilità genetica con le popolazioni tirreniche e liguri (fattori imprescindibili per procedere con il trapianto nei siti pilota di Capo Mortola e dell’Asinara), le ricercatrici dell’Università di Genova si dedicheranno al perfezionamento delle tecniche di riproduzione in cattività di Pinna nobilis, un’attività cruciale per il successo del progetto LIFE.
In attesa del referto sui patogeni, inoltre, l’acqua di coltura viene sottoposta a sterilizzazione sia quando viene prelevata dal mare sia quando viene smaltita, evitando in questo modo che possano eventualmente essere dispersi microrganismi dannosi.